La rivincita del romanzo rosa
Le premesse da fare sono due: quando parlo di romanzo rosa lo intendo in chiave moderna, ben lontana dalle sdolcinate e inverosimili storie Harmony (che hanno pur sempre fatto storia, che se ne voglia o no), ecco perché parlo di rivincita. Altro punto è che io sono una lettrice che ha sempre snobbato questo tipo di letteratura. Sì, io credevo di essere una di quelle intellettualoidi che guardavano con snobberia i romanzi rosa. Lo ero, fino a quando non mi sono capitate tra le mani delle storie rosa e ironiche che mi hanno letteralmente rubato l’anima. Da un po’ di tempo leggo più quelle che altro, per intenderci.
Da qui è scattata una riflessione, di quelle che secondo me, noi lettori, non facciamo spesso ed è un male. Siamo davvero sicuri che la vera letteratura sia solo quella malinconica, quella che ci immerge in racconti che hanno sì, sfumature ottimistiche, ma non sono prettamente frizzanti, allegri, dissacranti?
Anzi, potrei porre la domanda in modo diverso… crediamo davvero che la scrittura rosa insieme a quella ironica siano da snobbare?
Quando siamo felici, sereni, sfoghiamo le nostre emozioni facendo qualsiasi cosa purchè non sia scrivere perché tendiamo a pensare che non ne seguirà niente di buono. Ecco, da quando leggo i romanzi rosa non la penso più così perché per scrivere quelle storie, l’autore deve avere una grande dose di ironia, fantasia, capacità di capire cosa davvero potrà essere brillante e cosa, invece, stupido. Perché il romanzo rosa, quello scritto bene, non è stupido, non lo è per niente.
Ci sono delle autrici italiane che io trovo semplicemente geniali per come sanno utilizzare la loro vena ironica combinata alla capacità di creare storie palesemente inventate che lungo il romanzo sembrano quasi verosimili; un po’ grazie all’intreccio, un po’ grazie ai personaggi. E parlo di autrici come Stefania Bertola (che ormai consiglio a tutte le amiche), Chiara Moscardelli (scoperta da poco, ahimè), Alessia Gazzola (che ho amato follemente ne l’Allieva, meno nell’ultimo romanzo). Ma anche autrici capaci di raccontare parti di ognuna di noi come Simona Sparaco (che ho conosciuto ai tempi del suo Lovebook) e Federica Bosco (della quale ho letto quasi tutto).
C’è dell’ottima letteratura anche tra quella rosa… il romanticismo (non il banale ti amo per sempre, per carità!) e l’ironia sono elementi preziosi e saperli fondere nel modo giusto è un dono!