L’Allieva: perché leggere le storie di Alessia Gazzola
Non ho mai scritto di un’autrice che a me piace molto. Non l’ho mai fatto perché avevo prima bisogno di capire perché davvero mi piacesse. Di Alessia Gazzola ho letto prima Un po’ di follia in primavera, poi l’Allieva e tutti gli altri a seguire. Ho recuperato tutto quello che mi ero persa, partendo dalla metà, come mi capita spesso.
Solitamente qui, in pausa caffè, vi consiglio il libro del lunedì, quello con cui io inizierei la settimana. Sì, di solito. Oggi, invece, vi consiglio un’intera serie, quella de l’Allieva, come avrete già intuito e vi spiego un po’ perché leggere le storie di Alessia Gazzola.
Confesso di aver iniziato a leggerla con un po’ di spocchia, certa che fosse una trovata editoriale e poi televisiva, ma questa è la tipica puzza sotto al naso che hanno le persone che leggono moltissimo. Sono sicura che riusciate a capire cosa intendo.
Ho capito subito che io e Alice Allevi, saremmo diventate amiche perché è naturale, vera, umana. È un personaggio che potrebbe essere ognuna di noi, non una costruzione finta e artificiale di una superfiga, sempre perfetta e impeccabile. No, Alice sbaglia, e quanto sbaglia. Per fortuna!
E’ una pasticciona come molte di noi e la vive con naturalezza, senza farsi troppi problemi. Eppure Alice nonostante la sua indole non proprio impeccabile, ha grandi ideali, è testarda e anche intraprendente a modo suo (da sottolineare “a modo suo“), lo dimostra la sua aspirazione di diventare un medico legale, che comunque non procede sempre a gonfie vele.
La sua infinita storia d’amore con il suo uomo ideale, Arthur, e l’uomo che le ha da sempre rubato il cuore, CC, affascina e coinvolge, facendoci tornare un po’ a quando l’amore era soltanto farfalle nello stomaco. Più che cresci, più che credi che l’innamoramento sia più simile alla gastrite (e io sono romantica, figuriamoci per chi non lo è!). Insomma, un qualcosa che fa stare bene, ma che fa trasformare le farfalle nello stomaco in qualcosa di più concreto.
Mi piace lo stile di Alessia, mi piace quel suo saper raccontare come se appartenessimo alla sua cerchia di amici, quelli più stretti, grazie alle descrizioni degli stati d’animo dei protagonisti, delle ambientazioni, delle vicende della storia che, alla fine anche se passa in secondo piano rispetto alla storia d’amore, può essere considerata un giallo.
Non saprei dire quale libro abbia amato di più (farei anche un accenno a Non è la fine del mondo, che ho trovato molto piacevole), perché tutti sono riusciti a rubarmi quel cuore, che come dico sempre, è fuori moda, ma che a me piace tantissimo usare. Quel cuore che le storie de l’Allieva edite da Longanesi ti rapiscono, ti prendono con naturalezza e semplicità, facendoti sentire parte di un mondo che non è parallelo, ma è reale, palpabile. Èd è proprio questa la forza della scrittura di Alessia Gazzola. Sentirsi parte di un tutto e capire che tutto può succedere e che sbagliare non ti rende uno sfigato di prima categoria, ma qualcuno che ha qualcosa da dire.
Un accenno va per forza anche alla serie tv he è stata trasmessa dalla Rai nel 2016 (e che a quanto pare tornerà presto). Nonostante ci sia, come di consueto, un po’ di differenza tra la versione scritta dalla Gazzola e quella riportata in tv, l’ho apprezzata. Credo che sia uno dei pochi casi in cui chi ha letto il libro riesca ad affezionarsi anche alla serie tv.
Lo ammetto, la seguo anche sui social, nello specifico sul caro vecchio Facebook., e sapere che sta lavorando a un’altro capitolo della vita di Alice, mi rende felice, perché non è la felicità che regalano i libri?