Mamme freelance: beata te che lavori da casa!
Mamme freelance… chi di voi non si è mai sentita dire beata te che lavori da casa?
Non sono una mamma blogger, probabilmente non ne sono capace, ma da quando mamma lo sono diventata ufficialmente qualcosa da dire ce l’ho e visto che, a quanto pare, mi é stato dato il dono della scrittura e concessa la libertà di pensiero, lo faccio.
Non ho tutte le risposte sotto mano come non ho la soluzione a qualsiasi problema… beh, sì faccio parte di quelle mamme comuni, di quelle anche un po’ incasinate, stanche, ma con una felicità e un orgoglio per aver dato alla luce quella polpetta di ciccia, che non si spiega.
Da mamma comunissima e freelance o lavoratrice, come preferite chiamarmi, mi diverte molto una cosa. A dire il vero il divertimento è subentrato da poco perché fino a qualche settimana fa era noia.
Sappiate che se siete mamme freelance una delle cose che vi sentirete ripetere sempre, e per sempre si intende s-e-m-p-r-e, è: “ah, va beh, ma te lavori da casa, te la gestisci. Non è come lavorare in ufficio. Beata te”.
No, è vero, lavorare da casa significa fare la metà del lavoro che si fa in ufficio. Fortuna che c’è la sera, che esistono quelle 3 ore in cui la piccola cade in un sonno profondo e tu puoi lavorare.
Mi piacerebbe che le altre donne prima di parlare pensassero a cos’è davvero la maternità, al fatto che non ne esiste una di prima categoria e una di seconda. Siamo tutte uguali, con le nostre sicurezze e le nostre titubanze. Ed è bello per quello. Siamo belle anche se non riusciamo a scattarci foto da premio nobel la mattina appena sveglie, se quando usciamo a volte dimentichiamo un bavaglino, se non siamo riuscite ad allattare, se abbiamo allattato fino a tardi, se abbiamo fatto il parto cesareo, se abbiamo fatto quello naturale.
La maternità non va giudicata, soprattutto da chi madre lo è già.
Siamo madri, punto.
Chi ha l’ufficio a casa sa bene quanto sia bello e complicato riuscire a restare concentrate sullo schermo del pc quando ci sono due occhietti che ti guardano cercando coccole a non finire. A meno che non si abbia un’autodisciplina degna di un tirocinante al primo impiego… ma io non faccio parte di questa categoria. Sono più una delle mamme freelance sempre a rincorrere il tempo, la categoria è calzante.
La cosa che fa sentire viva è proprio la meraviglia, la dolcezza dei tuoi nanetti e l’impegno che metti nel tuo lavoro. La donna che lavora lo fa per scelta e non solo economica. Si tratta di qualcosa di più profondo, di una sensazione che ti permette di sentirti realizzata nel lavoro esattamente come in famiglia, in modo da poter dare tutta te stessa.
Beata me sì, ma per avere quello splendore, non certo perché ho scelto di lavorare da remoto e fare parte delle mamme freelance!
Ah. È uscito un post abbastanza serio, eppure in mente avevo di scrivere qualcosa di ironico, va beh, anzi faccio una cosa… non mi giudico, magari funziona anche con se stesse.