Mamme freelance: cose bizzarre che capitano

... e hai un figlio che sta lì con te

Faccio parte delle mamme freelance, ok. Non ho ancora chiaro se essere freelance con un figlio aiuti o se, in realtà, sia peggio. Chi lavora da casa probabilmente avrà già capito di cosa sto parlando. Mah sì, il tuo istinto materno ti fa mettere sempre al primo posto (e vorrei vedere!) il bisogno dei tuoi figli, così appena piangono, appena fanno un sorriso, appena sentì un leggero rumore corri da loro promettendoti che tornerai subito davanti al pc. Sai bene che non sarà possibile perché non puoi fare a meno di essere mamma e tutto il resto viene dopo, spesso anche per una semplice questione di tempi. Che poi ghostwriter significa scrittore fantasma, io in effetti in questo periodo sono esattamente un fantasma, 

Mamme freelance cose bizzarre che capitano

Ed ecco che ti ritrovi a lavorare di sera, quando non avresti mai pensato di farlo. Almeno, questa regola vale per me. Da cinque mesi, esattamente da quanto tempo ha la mia bambina, gli scritti migliori mi vengono la sera, a volte, la notte. E io sono una di quelle fortunate mamme freelance che di notte dormono. Sia chiaro che per dormire quando diventi genitore significa che riesci a chiudere occhio senza rumori almeno 4 ore di fila. Sì, il concetto di dormita diventa molto labile. Il pc diventa il tuo oggetto transizionale, abitudine che avrebbe fatto rabbrividire il saggio Winnicott. Della serie… il peluche non è roba da freelance.   

É esattamente di notte che mi è venuta in mente l’idea di questo post. Elencare tutte le cose bizzarre che capitano quando lavori con un figlio piccolo accanto. Eccone alcune che le mamme freelance condivideranno sicuramente perché tutte siamo legate da un concetto: l’amore per i figli (come qualsiasi altra mamma!) che deve essere armoniosamente mischiati con il nostro lavoro che svolgiamo… da casa! 

Mamme freelance

  1. La addormento un attimo e la metto nel suo lettino così torno a scrivere. Sì, come no. Questa situazione finisce sempre nello stesso modo. Ti svegli dopo un’ora (se va bene) accanto a lei sul divano. A volte capita che sia lei a svegliarmi perché si sveglia prima. Io ho i tempi di reazione di un bradipo, lei di un cucciolo di ghepardo.
  2. Mi sveglio presto e lei dorme ancora. Posso lavorare in silenzio mentre faccio colazione. Peccato che appena arrivi in cucina e accendi il pc con la tua tazza di tè caldo tra le mani, dalla camera arriva un piccolo gridolino. Vado, penso che si sia svegliata semplicemente perché le è caduto il ciuccio. Glielo rimetto e torno serena verso quello che ho da fare. Tutto inutile, mi fa altri gridolini. Vado in camera, la guardo, sorride, mi sciolgo. Ok, amore, mamma sta un po’ qui con te. 
  3. Ho finalmente finito un lavoro, lo consegno. Lei è sul suo dondolino che gioca serena. La porto con me in bagno così posso fare una doccia rapida. Sì, ce la posso fare. Ok, lei mi guarda con il solito sorriso dolce e pacato e io mi convinco che mi lascerà fare la doccia. Metto in piede dentro, poi l’altro. Silenzio. Apro l’acqua. Ancora silenzio. Un minuto, forse meno, ed ecco il pianto a dirotto che mi fa immediatamente saltare fuori. Se non altro ho consegnato il lavoro! 
  4. Oggi la tengo un po’ seduta in collo mentre correggo questo testo. Dita piccole affusolate che armeggiano con la tastiera e battono lettere come se non ci fosse un domani. Va beh, chiudo e aspettiamo babbo che tra poco arriva. 
  5. Faccio una foto figa come le vere blogger. Sono vestita decentemente, lei va beh è sempre bellissima. La mia scrivania è in ordine, è tutto al proprio posto. Dai, vado, scatto. Nella prima ho un’espressione che definire infelice è farmi un complimento, nella seconda il pc è venuto benissimo peccato che la tazza sia venuta a metà. Nella terza volevo immortalare lei di spalle e me durante un raro momento di calma mentre lavoro, ma la rapidità con cui lei muove la testa non me lo ha permesso. La quarta… no, va beh, alla quarta non ci sono neanche arrivata, mi sono scocciata prima. Non sarò mai una vera blogger figa, è ufficiale!  

 

Mamme freelance… voi, in quale punto vi siete riviste?      

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