Metafisica dei Tubi di Amélie Nothomb
Quando per la prima volta mi consigliarono di leggere Amélie Nothomb credo di aver fatto una smorfia, semplicemente perché non la conoscevo ancora, quando poi mi parlarono molto bene di Metafisica dei tubi lo stupore fu ancora più grande. Beh, sì, lo consideravo un titolo un po’ strano, bizzarro, non capivo come si potessero legare la metafisica con i tubi. Poi capii che in realtà il senso in cui l’avevo inteso io non c’entrava niente con la vera trama. Ma questo capita sempre, i titoli spesso ti fuorviano dalla storia ed è anche questo il loro bello. Più o meno per queste ragioni in questa Pausa Moka, precisamente all’interno de Il libro del lunedì vi parlo di Metafisica dei Tubi.
In questo libro Amélie Nothomb ripercorre quelli che sono stati i suoi primi anni di vita. Anche la protagonista, proprio come lei è di origine belga (la sua famiglia lo è) ma nasce in Giappone, dove affronta tutte le esperienze di vita. Parte immobile come neonata, poi pian piano scopre tutto quello che la vita può offrirle, quindi i suoi pensieri, il linguaggio, le sue capacità, le bugie.
Un percorso d’impatto che la Nothomb narra con il suo stile accattivante, eccentrico, forte, quello a cui ci ha sempre abituato. La storia è già interessante senza l’aggiunta di descrizioni troppo dettagliate che risulterebbero pesanti e anche parecchio noiose. Metafisica dei Tubi è la storia sì di una bambina come tante, ma allo stesso tempo è anche la storia di una bambina particolare che durante la sua vita sperimenta eventi duri come l’attrazione verso la morte, un tentativo di suicidio mai confessato.
“Non è poi così grave. Dopotutto, scamparla è solo una scappatoia. Un giorno non sarà più possibile indugiare e neanche le persone con le migliori intenzioni del mondo non potranno più farci niente”
A colpirmi in questo romanzo – uscito per la prima volta in Italia per Voland nel 2002 – è il particolare del cioccolato bianco. Sì, nell’intreccio il cioccolato bianco del Belgio ha un valore molto importante che però, non vi svelo perché mi piace che ognuno leggendo Metafisica dei Tubi lo interpreti secondo la sua creatività, fantasia, pensiero. Io da quel momento ho capito che spesso un particolare alimento può avere un impatto fortissimo sulla nostra mente. E aggiungo che da quel momento ho iniziato ad apprezzare il cioccolato bianco.