La cena di Natale
Il Natale raccontato da Luca Bianchini
I trailer dei film mi incuriosiscono sempre. Quello de La Cena di Natale mi ha fatto venir voglia di rileggere il libro, cosa che faccio sempre (rileggere i libri) prima di andare al cinema.
Io rido quando leggo le storie di questi personaggi vivaci e pieni di sfumature che avevo già imparato a conoscere con Io che amo solo te, il primo romanzo. Rido e lo faccio con sincerità, con serenità perché Polignano dove è ambientata la storia mi fa pensare inevitabilmente alla Puglia, terra che insieme alla Toscana porto dentro di me in modo indelebile. Nelle parole di Luca Bianchini riconosco le atmosfere, i luoghi, le abitudini. Mi sento anch’io un po’ parte di quelle vicende.
La cena di Natale vede intorno a un tavolo tutti (o quasi) i protagonisti, ognuno immerso nei suoi problemi, nei suoi sogni, nel suo mondo. C’è chi sa di essere incinta ma ha paura di vedere il test di gravidanza, chi ha combinato un enorme casino che alla fine si risolve nel migliore dei modi, chi si sta innamorando, chi è dilaniato da un amore non corrisposto e chi, esprime il suo amore sfiorandosi la mano sotto la tovaglia di organza.
Un Natale nuovo, un Natale che apre prospettive speciali e che, forse, lascia qualche speranza. Che poi è quello che suscita il Natale: speranza, o forse di più, la sensazione che tutto possa succedere. Il finale non è quello che conta. Ciò che conta è il pensare anche solo per un attimo che possa succedere.
Un libro che ruota intorno all‘amore che Luca Bianchini sa sempre descrivere con semplicità e maestria. Mi piace il suo modo di narrare perché lo trovo vero, senza troppi artifici.
Lo regalerò questo libro che ho riscoperto quest’anno, in un pomeriggio in cui il morale non era alle stelle e che mi vedeva addobbare casa con lucine che mi hanno sempre messo allegria. Quest’anno gli addobbi mi hanno aiutato a sorridere e lo ha fatto anche La cena di Natale. Ho riso, ma ho anche riflettuto mentre curiosa come se non lo avessi mai letto, sfogliavo quelle pagine. Ho sorriso per il dialetto che è esattamente quello che sento quando vado in Puglia da una parte della mia famiglia, ho riso perché alcuni personaggi sono divertenti. Ho riflettuto sull’amore e su quanto è imprevedibile la vita.
Ci vogliono sorrisi, gioia, leggerezza perché ci prendiamo sempre troppo sul serio. E allora leggete La cena di Natale, ma prima Io che amo solo te. Così conoscerete Ninella, don Mimì, Chiara e Damino, Orlando, Nancy, la signora Labbate. Personaggi che vi entreranno nel cuore e vi faranno divertire.
Natale è l’occasione migliore per leggere una storia che parla proprio di questo, perché no, davanti a un caffè. Della neve che scende, delle vite che s’intrecciano.