La bottega del fiore
Foto Silvia Tampucci
Con la tecnologia e le nuove forme di comunicazione sembra che anche il romanticismo sia scomparso. Il classico “dillo con i fiori”, quello poi non esiste più. Ne ero certa almeno fino a quando non ho messo piede ne La bottega del fiore di Debora Paci, un’isola lontano dalle convenzioni , dove ogni fiore sembra prendere vita.
Sarà per l’arredamento tra il vintage e il fiabesco che questa artista ha scelto per il suo negozio in via Ferrigni, sarà per l’atmosfera che si respira lì dentro, fatto sta che non ci usciresti più. Ho fatto capolino, ho dato un’occhiata e mi sono fatta raccontare qualcosa.
Cosa ti ha portato dagli studi in Lettere all’arte dei fiori?
Uso sempre una battuta per parlare di come ho iniziato… ero sicuramente sotto effetto di droghe (ride n.d.r). Prima di avere questo negozio lavoravo da Blockbuster ed ero arrivata a quell’età famosa a cui penso arrivino tutti, in cui sai cosa vuoi fare nella vita. Io sapevo cosa non volevo fare più. Non volevo lavorare più lì. Volevo aprire una libreria o un negozio di fiori. Era il mio sogno.
All’inizio vendevi libri qui…
Sì, l’inaugurazione c’è stata ad aprile 2005 e aprii vendendo libri. Avevo fatto una ricerca selezionando una serie di testi precisi che esposi in una libreria enorme. Tenevo tutto ciò che era inerente a piante e fiori da romanzi alla saggistica, libri per bambini, libri di tecniche. Nel tempo li ho venduti tutti, però il ricavato sui libri era irrisorio e avendo già iniziato a dedicarmi ai matrimoni, la parte da fiorista vinse. Mi dedicai soltanto a quella.
Ti sei specializzata?
Beh, fissata come sono con la formazione e la teoria ho fatto la scuola per fioristi dalla Federfiori a Bergamo perché qui in Toscana al tempo era tutto bloccato. Poi ho fatto aggiornamento sui bouquet da sposa e alcuni corsi advanced in cui ti dedichi alle varie specializzazioni.
Un cliente che entra nel tuo negozio cosa può chiedere?
Mi occupo di matrimoni, di tutto ciò che è composizione floreale di fiori recisi, tutto ciò che è giardinaggio e, negli ultimi anni vendo anche oggettistica per la casa. Dico sempre che mi occupo di tutto quello che riguarda le emozioni della vita, dalla nascita in poi.
Si nota un bel po’ di romanticismo. Del resto non poteva non essere romantica una donna che decide di dedicarsi ai fiori come fai tu…
Io sono romanticissima, ma è la mia disgrazia non c’è da farsene un vanto. Ci provo a farla diventare una risorsa, ma il più delle volte è una tragedia (ride n.d.r).
È davvero passata di moda la tradizione del parlare attraverso i fiori?
No, secondo me c’è ancora. È andata un po’ a scemare per cause di forza maggiore, è inutile far finta che la crisi economica non ci sia. C’è e ha colpito tutti i settori. Però ho notato che nelle ricorrenze io lavoro molto più degli anni passati. Pensa che nel 2014 ho fatto il miglior San Valentino di tutti i nove anni. Il desiderio di esprimersi con i fiori c’è e, secondo me per certi versi, anche più di prima.
Spesso si pensa al negozio in modo sterile senza soffermarci su tutta una vita che si nasconde lì dentro. Ci sono intrecci di storie, di incontri, sbaglio?
È così! Spesso questo è un punto di ritrovo, ma non soltanto dei parenti e amici che passano. Parlo anche delle signore del quartiere. È un po’ un rifugio di tante situazioni, da chi ha voglia di raccontarti le cose spiritose, a chi ha voglia di dirti quelle più serie. La gente ha bisogno di parlare.
La bottega del fiore è a Livorno in via C. Ferrigni, 93. Info: 0586/864822.
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