Arpeggio Libero
Un'avventura editoriale nata a Lodi
Continuando il mio viaggio all’interno del mondo editoriale, incontro la casa editrice Arpeggio Libero, nata a Lodi pochi anni fa, ma già molto attiva. Non si tratta di una casa editrice a pagamento, anzi rifiuta quella tipologia di pubblicazione e crede fermamente nei suoi autori che sceglie con cura secondo precisi parametri. Ho scambiato quattro chiacchiere – virtuali – con l’editore Fabio Dessole che l’ha ideata e che ogni giorno ne segue i passi.
Arpeggio Libero nasce alla fine del 2010 a Lodi. Ci racconta un po’ la sua storia?
Arpeggio Libero si può dire sia figlia della crisi. Essersi ritrovati senza un lavoro dalla mattina alla sera può portare a gesti “inconsulti” e fondamentalmente anche iniziare l’attività editoriale è un gesto insano. Battute a parte è proprio così, Arpeggio Libero nasce dalla volontà di non arrendersi alle avversità e questo spirito battagliero lo portiamo nelle decisioni di tutti i giorni, anche quelle scomode, come pubblicare esordienti o rifiutarsi di servire “grandi catene”.
Da subito avete collaborato con piattaforme come mEEtale. Cosa pensate della rete e, nello specifico, dei social, li ritenete importanti per il lavoro di una casa editrice?
Sì, incontrammo mEEtale all’incubatore del Salone del libro di Torino e fu subito intesa. Ritengo che il web sia una risorsa fondamentale, sia come veicolo pubblicitario ma soprattutto come mezzo per allargare le conoscenze e “fare rete” contro lo strapotere dei big.
Quanti degli scrittori che vi propongono i loro lavori meritano davvero di essere pubblicati?
Su questo posso essere molto preciso visto che tengo l’elenco di tutti i lavori rifiutati: la percentuale non supera il 10%.
Arpeggio Libero non chiede alcun contributo per la pubblicazione. Cosa ne pensate del mondo editoriale oggi, fatto di molte case editrici che chiedono soldi per pubblicare libri?
Mi permetto di far notare che chi chiede soldi è forse più un tipografo che una casa editrice. Al di la di questo, non ho gran simpatia per chi opera in quel modo perché: 1. Contribuisce all’inflazione dei lavori di pessima qualità. 2. Contribuisce a deteriorare la fama dei piccoli editori. 3. Da ultimo ora che sono passate di moda hanno dato il via a quell’altra pessima abitudine (incentivata però dai grossi e dall’AIE – associazione degli editori – che è il selfpublishing.
Quali caratteristiche deve avere un autore per essere pubblicato da voi?
Innanzitutto deve avere una storia interessante, se avete scritto la biografia del vostro dentista (giuro che è successo) astenetevi dal mandarci il manoscritto. Dovete essere disposti a comprendere che non essendo la Mondadori non è possibile che il vostro manoscritto sia accolto dalla stampa come l’evento dell’anno e che tutte le librerie d’Italia il giorno dopo lo piazzino in vetrina. Molte librerie alla domanda avete il titolo XY edito da Arpeggio Libero vi diranno che non è disponibile. Siete un autore adatto ad Arpeggio Libero se vi rendete conto che avete di fronte un libraio che non sa fare il suo mestiere o non ha voglia di darvi retta (perché è così, visto che il codice ISBN rende reperibile a chiunque il libro) se subito pensate “ che razza di editore che ho scelto”, non siete adatti ad Arpeggio Libero perché è Arpeggio Libero che ha scelto voi e non il contrario. L’autore di una piccola casa editrice deve capire che si cresce assieme unendo gli sforzi per farsi conoscere attraverso web, fiere, presentazioni e che si pubblicano 800 libri al mese, mi spiegate perché la libreria dovrebbe riuscire a vendere proprio il vostro?
Un libro che non dovrebbe mancare nella nostra libreria?
Vorrei citare un libro di Arpeggio, ma farei un torto a troppi miei autori scegliendone uno, per cui dico Muriel Barbery L’eleganza del riccio. Poi va beh un po’ di narcisismo non fa mai male: Marta Tempra-Furio Thot A.D. 1243 – L’ultimo assedio Arpeggio Libero. Questo romanzo storico uscirà a luglio.