Corsica coast to coast

Fuori le giornate sono grigie, uggiose, a volte fa freddo, altre non così tanto, ma con una tazza di caffè o tè caldi in mano si sta bene . Ecco perché ho pensato di parlarvi del viaggio estivo che ho fatto lo scorso luglio, un viaggio in Corsica coast to coast. Beh, mi piace usare questo titolo perché lo è stato davvero un viaggio coast to coast, precisamente in barca a vela. Cinque amici che affittano una barca a Punta Ala – una bellissima cittadina sul mare nel grossetano – e una sera partono per due settimane alla scoperta di terre meravigliose come quelle corse. Affascinata da tutto ciò che è francese, ho conosciuto luoghi da sogno che tra tutti quelli che ho visitato e che visiterò, so che mi resteranno nel cuore. Era un po’ come se passeggiando per quelle strade, mi sentissi un po’ più vicina a Parigi, una delle mete segnate sull’agenda per il prossimo futuro.

Che poi passeggiare non è proprio il verbo giusto, diciamo che più che passeggiare abbiamo nuotato, fotografato, scrutato le coste della Corsica dalla nostra barca, ecco perché mi piace definirla Corsica coast to coast. Due le escursioni fermi nei porti che abbiamo deciso di fare, volutamente perché avevamo pensato che dovesse essere una vacanza selvaggia, totalmente per mare, vissuta in simbiosi con il sale che ti si appiccica addosso e il sole che ti brucia anche un po’ la pelle, nonostante l’attenzione per la protezione. Due escursioni dicevo, precisamente Bonifacio e Bastia.

Se dovessi dirvi quale mi è piaciuta di più sarei in seria difficoltà. Entrambe ti restano dentro per l’atmosfera che si respira, per le diverse culture che si intrecciano come in ogni città turistica, per la bellezza dei loro vicoli. Di Bonifacio, poco prima di entrare nel suo caratteristico porto, ti colpiscono le sue scogliere maestose e suggestive che danno alla città l’immagine di un piccolo fiordo nella quale la vita cittadina si muove. Passare dalle bocche di Bonifacio – lo stretto che separa la Sardegna dalla Corsica – è un’esperienza davvero unica. Un porto ricco di locali dove poter consumare pranzi e cene, ma anche per assaggiare ottime colazioni con la pasticceria francese e, credetemi, ne vale la pena. Una volta saliti nella città vecchia, seguendo una strada fatta di scalinate è facile restare affascinati dai vicoli pieni di botteghine e ristoranti dove si assaggeranno tipiche specialità corse. Ecco, l’unica pecca è quella della lingua, in quasi tutti i locali il personale non parla inglese, né italiano, soltanto francese e spesso capirsi è un po’ problematico.

Di Bastia posso dire che è particolare, tipicamente francese, meno turistica la zona del porto, un piccolo gioiello incastonato nel mare. Tra tutte le visite merita la nostra attenzione il vecchio porto, dove se siamo fortunati possiamo trovare posto per la nostra barca, ma noi non lo siamo stati. Una camminata lunghissima per scoprire gli angoli più nascosti della città, un aperitivo in un localino sul mare ad ascoltare le note piacevoli di un trio di ragazzi francesi e una cena nella città alta per gustare specialità tipiche rigorosamente di mare. 

Ma una vacanza in barca non meriterebbe di essere definita così se non ci fossero le calette, le spiagge che fortunatamente sono rimaste ancora selvagge, incolte, veraci. Non posso non sottolineare la settimana di vento intenso, forse anche qualcosa di più visto che si parla di raffiche che arrivavano anche a 50 nodi (100 chilometri l’ora). Ma neanche il vento ha fermato il nostro viaggio, la nostra avventura. Ci siamo lasciati rapire dalla bellezza di Santa Manza, un paradiso silenzioso e quasi nascosto a circa 7 chilometri da Bonifacio. Costretti dal solito vento, che non sembrava volerci abbandonare, a restare due giorni fermi in questo golfo, lo abbiamo scoperto a nuoto, a piedi e con il gommoncino per non perderci neanche un centimetro della sua terra rossa, bella, affascinante, selvaggia.

Decisamente paradisiaca anche la baia di Pinarello incontaminata e caratterizzata dalla lunga pineta. Colpisce, come in tutto il resto della Corsica, la sua acqua pulita, cristallina. Il suo fondale è basso, si possono scorgere facilmente a occhio nudo i moltissimi pesci. Il consiglio è quello di portare con voi la maschera e andare in immersione a scoprire il fondale difficile da trovare in altri luoghi.  

Da lì siamo arrivati a Portonovo, vero spazio segreto e silenzioso in cui fare bagni rilassanti e lunghe nuotate. Caratteristica la sua scogliera che vi consiglio di visitare e il piccolo fiumiciattolo che scorre alle spalle della spiaggia. Il mare è limpido, il fondale di ciottoli è basso e tutto da scoprire tra conchiglie e sassi dalla forma curiosa e, perché no, con qualche cormorano che vi scruta a pochi passi da voi.  

Tra le spiagge più famose dell’isola, senza dubbio bellissima, ma decisamente glamour c’è Rondinara. Solo una volta arrivati capisco perché sia così famosa. La sua sabbia bianca è finissima e la sua acqua di una trasparenza difficile da descrivere. Dietro alla spiaggia si apre una pineta lunghissima che chi ama camminare può scoprire passeggiando. Di notevole bellezza, ma non ve la consiglio se siete arrivati in Corsica per ritagliarvi un pezzo di mare per voi, a meno che non andiate in un periodo poco ricercato, in quel caso fermarsi a Rondinara è perfetto.      

Che dire di più, credo che la Corsica non sia semplicemente un posto dove trascorrere le vacanze estive, è qualcosa di più, è un vero angolino in cui ti senti a casa, protetto dalle sue scogliere, dal suo mare limpido, dalle barche a vela che vedi navigare tra le sue acque quasi fosse un quadro di Monet. A darle una forza in più credo sia stato il viaggio in barca, un viaggio che ti mette alla prova non solo se trovi una settimana di vento su due come abbiamo trovato noi, lo fa anche con il rapporto con gli altri viaggiatori, con le tue paure, con i tuoi limiti. Ed è bello alla fine poter dire di aver chiuso nella valigia una nuova esperienza, di quelle che ti cambiano la vita o, almeno, il modo di vivere i tuoi viaggi.    

Il libro che fatto compagnia a Moka on tourShantaram di Gregory David Roberts, uno dei romanzi di cui vi parlerò presto nella rubrica Il libro del lunedì.     

 

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