Una barca nel bosco
La storia che si è aggiudicata il Premio Campiello nel 2004
Una barca nel bosco. Quante volte mi son sentita così e, a volte, mi ci sento ancora. Per fortuna, aggiungerei. Ecco perché, in libreria, appena l’occhio mi è caduto sul titolo, l’ho preso. Non c’ho pensato un attimo. Guardato, sfogliato, via alla cassa. Del resto le cose si fanno così, di getto, dal cuore. Così una barca nel bosco è diventato uno dei libri che mi hanno lasciato qualcosa.
Il suo protagonista, Gaspare Torrente, è un ragazzino alle prese con il liceo. Arrivato a Torino da una piccola isola del sud dove suo padre fa il pescatore, è costretto ad abituarsi alla vita di città e ai primi incontri-scontri con i suoi compagni sempre al passo con le mode del momento. Per Gaspare quella è la realtà, quello è il mondo che vuole frequentare. Niente a che vedere con la sua passione per il latino e le versioni, ma poco importa perché si sente forte quando passa ai compagni gli esercizi o quando si compra la tanto agognata cintura di pesce, che neanche sa cos’è all’inizio, questa cintura di pesce, ma la vuole e la zia Elsa, personaggio strambo ma prezioso, riesce a trovarla.
Poi c’è la mamma di Gaspare che nasconde al marito rimasto al sud, gli insuccessi e i normali capricci da adolescente del figlio perché lui lo aveva mandato a Torino per coltivare la sua passione per il latino. Sarà l’amicizia con l’avulso Furio a cambiare la vita al protagonista, un’amicizia che non sente la lontananza, che silenziosa continua e tessere la sua tela per non dividere mai i due studenti che, intanto, grazie alle loro esperienze, crescono.
E, tasto dolente – non certo del libro, ma della nostra società – ci sono dettagli della scuola che nonostante gli anni passati dalla pubblicazione del libro (precisamente il 2004) non sono cambiati.
Ho sorriso in molti momenti leggendo una barca nel bosco perché ho trovato la scrittura di Paola Mastracola (che per questo libro si è anche aggiudicata il Premio Campiello nel 2004) ironica, pungente, con parole e silenzi nei punti giusti. Ha saputo descrivere con maestria l’universo degli adolescenti e la scuola, forse proprio perché lei quelle dinamiche le vive ogni giorno quando, per lavoro, si trova dietro una cattedra.
L’ho letto tutto assaporando ogni sfumatura quasi fosse un dipinto della società, di quello che non va, di quello che va e di quanto ancora una volta l’amicizia, quella vera, ti possa salvare.
Una barca nel bosco è un libro che corre via, veloce come una gazzella, elegante e riservato che ti porta alla fine con naturalezza. Ed è proprio per questo che è entrato di diritto tra i libri del lunedì per la pausa moka davanti a un caffè.