La misura di tutto
Un diario, un viaggio, tre sconosciuti
Non dormivo. Ho acceso la luce. Ho aperto il libro che avevo sul comodino. È più o meno così che è iniziata la mia storia con La misura di tutto di Camilla Ronzullo.
Sarebbe stato più romantico dire che l’ho aperto perché ero lì appositamente per rilassarmi nella lettura, ma ahimè non è così. Si tratta di una scena molto ma molto più banale, quella di una donna a volte insonne che alle 4 e 20 non riesce più a riaddormentarsi. Va beh, cose che capitano e questa volta è stato un piacere. Del resto, almeno così posso parlare con più precisione dei libri da regalare a Natale, ma questa è un’altra storia.
Avevo comprato La misura di tutto a La Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano qualche settimana fa in una mattina assolata e calda nonostante il novembre inoltrato. L’ho infilata nello zaino e portata con me a casa, a Livorno.
L’ho comprato perché seguo Camilla da sempre come Zelda was a writer e non potevo non leggere questa sua nuova storia. Detto questo, non ero molto certa di riuscire a iniziarlo fino alla fine delle vacanze natalizie e invece l’insonnia mi è stata complice. L’ho finito in una notte, nonostante non siano pochissime pagine. Era da un po’ che un libro non mi prendeva così.
Ho trovato questa storia perfetta e non esagero. L’ho trovata delicata, incisiva, diretta e tremendamente romantica. Ci ho visto tutta la disperazione di fronte a una malattia anche se mai proposta in modo feroce; ci ho visto la speranza di una vita che ha chiuso una porta e se ne trova ad aprire un’altra che forse è quel portone tanto famigerato; ci ho visto persone unite da sentimenti forti, ognuno a suo modo; ci ho visto i problemi di un mondo caotico e confuso.
In alcuni punti quando Nina, la protagonista, parlava di sé ho avuto la sensazione che parlasse di me, quella che si sente sempre confusa, inappropriata, mai all’altezza, quella che ha la patente ma non guida. Una donna che avrebbe potuto serenamente chiamarsi Laura.
Mi sono sentita felicemente sorpresa quando mi sono accorta che ne La misura di tutto si parla anche un po’ di Antignano, del porto della mia Livorno alla quale, come da copione, mi lega un sentimento di amore e odio. “Catullo non ti temo!”
E sono anche un po’ fiera che il primo passo verso la novità di quel cuore in mille pezzi sia iniziato proprio sulle note di una canzone di uno stornellatore labronico. Forse perché è così che mi sono sempre immaginata i migliori momenti di una storia, chissà.
Nina, Gerri e Cesare sono i tre protagonisti legati da un viaggio da Milano a Lampedusa grazie a una Blablacar guidata da Cesare, trentenne dai folti ricci e spesso piacevolmente irriverente. Viaggio che permette ai tre, attraverso le varie tappe tra cui Pietrasanta, Antignano, Roma e Palermo di conoscersi, annusarsi e scoprirsi uniti da un sentimento nato per caso ma già forte e indissolubile.
Il tema del viaggio viene sviluppato da Camilla con maestria attraverso la forma del diario. Scelta azzardata, certamente rischiosa ma riuscita completamente, almeno secondo i miei gusti di lettrice compulsiva e scribacchina tenace.
Posso inserire La misura di tutto tra i libri migliori che io abbia letto in questo 2018 che ci sta lentamente dando l’addio e che ha portato un bel po’ di novità. Tra le novità c’è anche il fatto che i diari se scritti bene potrebbero anche piacermi dopo 34 anni suonati passati nella convinzione che fossero una forma di scrittura troppo lenta, disconnessa, poco coinvolgente.
«Tu, se puoi, cerca di essere disobbediente»
L’ho guardato dal basso.
«Prometto che lo farò»
Forse dovrei ringraziare Camilla Ronzullo per averm(c)i regalato una perla, un tassello prezioso da tenere ben custodito nella libreria e da rispolverare ogni volta che mi sento inappropriata, fuori contesto, in cerca di sorrisi per affrontare le cose che a volte non mi piacciono. Mi sono immaginata di averla di fronte Camilla, ecco potendole parlare le vorrei dire semplicemente grazie perché con la sua storia si è messa a nudo con noi, con questi lettori un po’ affannati che però amano leggere storie che regalano sorrisi e speranze proprio là dove sembrano non esserci più.