Luca del Vivo: quello che (non) ho
Quattro chiacchiere sulla sua prima fatica editoriale
Luca Del Vivo è una mia vecchia conoscenza, ho avuto modo di intervistarlo credo sei o sette anni fa, la memoria non mi è fedele. L’ho ritrovato per caso su Facebook in un’altra veste, quella di autore. Quello che (non) ho è la sua prima fatica editoriale, la storia di un giovane insicuro alle prese con le problematiche che uniscono le nuove generazioni. Una storia che tocca temi come l’amore, l’amicizia, il dolore per una perdita. Insomma, un romanzo da leggere, da scoprire, da assaporare. Ho scambiato con Luca quattro chiacchiere davanti a un caffè.
Da cosa nasce l’idea di scrivere un libro?
L’idea di scrivere un libro è nata completamente per caso, all’inizio non avevo idea di che cosa stessi facendo. Ho iniziato a scrivere Quello Che (Non) Ho sotto forma di diario, come sfogo. Avevo appena perso una persona a me molto cara, a cui è dedicato il libro e che parla anche e soprattutto di lei. Avevo un forte bisogno di un canale di sfogo, qualcosa che mi aiutasse a far defluire il dolore, almeno in parte. Mano a mano che scrivevo mi sono reso conto che avrei potuto farne qualcosa di più importante, per tenere viva la memoria di una persona che non è più qui, creare qualcosa di concreto, e ho cominciato a dare vita ai personaggi del romanzo, alla trama, alle vicende che si succedono nella narrazione.
Quanto c’è di te nella storia che narri?
Non saprei quantificarlo, ma direi molto. Ho costruito il romanzo intorno alla figura di Veronica, una figura magica e benefica che riesce fare breccia nel cuore algido di Alessio, il protagonista, sconvolgendogli l’esistenza. Non vorrei svelare troppo, ma direi che ho “prestato” molto di me ad Alessio, che è un ragazzo giovane e tuttavia con un trascorso già molto difficile alle spalle, con cui si trova a dover fare i conti ogni giorno, forte delle sue debolezze istintive e della sua incapacità ad esprimere i sentimenti che prova.
Quanto tempo hai impiegato per concludere Quello che (non) ho?
Dall’inizio della prima stesura alla fine effettiva è trascorso un anno e mezzo. I primi capitoli sono scivolati fuori con facilità sorprendente, poi mano a mano che prendevo consapevolezza della mia scrittura e di ciò che stavo raccontando, è sopraggiunta anche la difficoltà nel portare a termine una storia complicata, perché parla soprattutto di sentimenti, e sono sempre difficili da descrivere con le parole.
Che lettore ti definiresti?
Un lettore attento, avido di ciò che leggo, direi quasi maniacale. Leggere è come trovarsi su un’imbarcazione priva di remi, che va lentamente alla deriva, se c’è il giusto trasporto emotivo. Se entro dentro a un libro, riesco a divorarlo nel giro di poche ore. Inoltre credo che, per essere scrittori, bisogna prima di tutto essere lettori appassionati, che cercano sempre nuovi stimoli nella lettura e nelle parole impresse sulle pagine.
Il libro sul comodino?
Al momento White Oleander di Janet Fitch, ho amato la versione cinematografica (ovviamente meno complessa rispetto al libro, come accade sempre). Ho già pronto il prossimo non appena avrò portato a termine la lettura di questo, che è Splendore di Margaret Mazzantini, una delle mie scrittrici italiane preferite.
I lettori di Mokateller dove possono acquistare il tuo romanzo?
Si può acquistare su tutte le piattaforme online come Mondadori Store e Amazon, in formato cartaceo e ebook, e inoltre è acquistabile in oltre 4000 librerie fisiche in tutta Italia, su ordinazione. Inoltre, per promuovere l’uscita del romanzo, faremo una presentazione del libro martedì 13 giugno alle ore 18 in Villa Fabbricotti, a Livorno, dove saranno disponibili alcune copie per chi volesse acquistarle durante l’evento.
Titolo: Quello che (non) ho
Autore: Luca Del Vivo
Edizioni: Youcanprint