Nate con la coda
Ho letto “Nate con la coda” un mesetto fa. Non ho subito scritto quello che pensavo, non ve l’ho subito consigliato per il libro del lunedì perché ho voluto farlo decantare. Sì, esattamente come si fa con il vino. Quando qualcosa mi affascina ho bisogno di un po’ di tempo per parlarne.
Nate con la coda è la storia di Ludovica che, una mattina come un’altra, si sveglia e si accorge di non essere nel letto del suo appartamento nella periferia nord di Milano con Andrea, ma nella casa della famiglia Scarpetta a Palmoli, un paesino abruzzese, nel 1890. Una storia originale, a tratti surreale, quella di una famiglia di fine 800 con le sue credenze e i suoi dogmi, con misteri e dettagli che pian piano Vica – così viene chiamata nel “passato” – scoprirà grazie all’amicizia che stringe con Alice, sua sorella anche se non di sangue.
“La casa, la serenità, il tempo di fermarsi a pensare, di guardare un tramonto. Gli affetti veri. Invece da quello che dici siete tutti pazzi. Avete un sacco di aiuti, quelle macchine che vi portano in giro dappertutto, ma non avete il cuore tranquillo e davvero libero di andare lontano! Quindi non vi servono a nulla” (p. 72)
Ho trovato i personaggi di questo romanzo fluidi, ben delineati anche nei loro difetti ed è forse per questo che vi consiglio di leggerlo. La storia è interessante, ma quello che mi ha fatto leggere questo libro con rapidità è stata proprio la caratterizzazione dei personaggi. Tutti in Nate con la coda (Armando Siciliano Editore) hanno qualcosa che affascina e incuriosisce, che ti lascia incollato a quelle pagine chiedendoti cosa succederà dopo. E’ strano pensare a Ludovica che da una vita da studentessa fuori corso alle prese con l’esame di diritto penale, passa improvvisamente a quella di ragazza in età da marito, in un’epoca in cui i tabù sono ancora moltissimi e in cui le donne si sposano uomini per il “semplice” volere della famiglia. Ma è proprio grazie a questa vita, all’inizio non accettata, che riesce a conoscere pezzi preziosi e toccanti di se stessa e della sua famiglia che le permettono di scoprirsi nuova, diversa, meno fragile.
Anna Valeria Cipolla d’Abruzzo ha costruito una storia che piacerà al lettore curioso e affascinato da storie in cui si descrivono i luoghi dei racconti anche attraverso i dialoghi in dialetto. Un modo prezioso per farti entrare ancora di più nella storia, nell’atmosfera di quell’epoca che Anna racconta con maestria.