Scuola Carver

i segreti di una scuola di scrittura

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Le librerie sono punti di riferimento per gli amanti della lettura. Se poi queste ospitano scuole di scrittura creativa diventano una seconda casa. La libreria di cui sto parlando è Belforte che si trova in via Roma, 69 a Livorno e la scuola è la Carver. Nata appena due anni fa, si è fatta conoscere con i suoi corsi di scrittura creativa fuori dai confini cittadini, tanto da esportarli anche nelle sedi di Empoli e Pontedera. Incuriosita da questa realtà, ho voluto scambiare quattro chiacchiere davanti a un caffè con Francesco Mencacci, responsabile dell’area didattica e docente, che mi ha raccontato qualche segreto.       

Perché è nata la scuola Carver? 

La Scuola Carver è nata nell’ottobre 2014 con l’intenzione di creare a Livorno un luogo e un tempo dedicati all’esperienza della lettura e della scrittura, un posto magico capace di accogliere tutti gli appassionati di cinema, letteratura e teatro nella rinnovata sede della Libreria Belforte in via Roma 69. La scuola offre una vasta gamma di moduli dedicati alla lettura, alla scrittura (con particolare riguardo per le forme racconto breve, romanzo, poesia), alla scrittura per il cinema, alla scrittura per il teatro e alla narrazione orale, avvalendosi di una piccola schiera di docenti molto qualificati. Le lezioni si tengono in un clima di divertimento consapevole, senza alcun nozionismo sterile, cercando di essere inclusivi e non esclusivi, ovvero favorendo la sana condivisione di una passione tra tutti gli allievi. La scuola organizza inoltre stage con scrittori affermati (sono stati nostri ospiti scrittori come Antonio Moresco, Paolo Nori, Tiziano Scarpa e molti altri ancora), presentazioni di libri, festival di genere come il FIPILI Horror Festival, di cui la scuola cura la parte letteraria, ed altri eventi culturali come proiezioni, spettacoli, reading.

Dopo la prima sede a Livorno, sono nate anche quelle di Pontedera ed Empoli. A cosa pensi possa essere dovuto questo successo?  

La scuola si sta consolidando a Livorno e contemporaneamente si sta proponendo in altre librerie indipendenti della Toscana. Le prime due che abbiamo contattato sono la libreria Cuentame di Empoli, la cui gentilissima libraia Margherita ha subito accolto con grande entusiasmo la nostra offerta didattica, e la Libreria Roma di Pontedera, la cui brava titolare Chiara Argelli ha mostrato lo stesso interesse. Noi ci rivolgiamo esclusivamente alle librerie indipendenti e cerchiamo posti magici, in cui il rapporto libraio-lettore fa ancora la differenza. Offriamo le nostre competenze letterarie, parliamo di libri, cerchiamo di far venir voglia di leggere e fidelizziamo la clientela della libreria creando una sorta di “gruppo di aspiranti scrittori e lettori incalliti”. Ma soprattutto ci divertiamo, e cerchiamo di far divertire, con le parole scritte, proponendo esercizi stimolanti, cosa che non dimentichiamo mai di dire. Perché la scrittura per noi non deve mai essere un’ossessione competitiva che toglie energie e ci trasforma in quello che Moresco chiamava “un grumo di rabbia e di dolore”, ma una passione che rigenera e allena l’originalità del nostro sguardo, abituando a scovare nel quotidiano idee di narrazione.

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In un panorama in cui tutti vogliono diventare scrittori (o almeno così sembra) quali sono le caratteristiche che fanno davvero di un appassionato di scrittura, un potenziale scrittore?  

Beh non è facile rispondere a questa domanda. Io dico sempre che tre sono gli ingredienti fondamentali per scrivere: il mestiere, e su quello un corso di scrittura creativa può fare tanto, il talento, e su quello poco o nulla da fare visto che purtroppo o per fortuna ognuno ha il suo, e l’urgenza, che è la cosa più importante e difficile da trovare in un aspirante scrittore. Carver diceva che non si scrive per dire qualcosa, si scrive perché si ha qualcosa da dire, e mi sembra una frase da istoriare della pietra. Io incontro tanti bravi aspiranti scrittori, gente talentuosa che conosce anche molti trucchi del mestiere, però se non si ha davvero un’urgenza feroce di scrivere e farsi apprezzare, è difficile ritagliarsi uno spazio nel panorama letterario nazionale. Quindi direi che serve il talento, serve il mestiere ma serve soprattutto avere qualcosa da dire, sentire che se non la si dice non si è fatto la propria parte. Mario Vargas Llosa in Lettere ad aspirante romanziere diceva che ogni scrittore o aspirante tale parte da sé, denudandosi senza remore, ma poi la letteratura è un’altra cosa, è ricoprire quella nudità iniziale con un vestito che decidiamo di cucire addosso alla nostra idea di narrazione. Ecco fare letteratura è cucire quel vestito, nel nostro modo unico e originale, farsi una specie di torta in casa, come diceva Cèline, con i propri ingredienti segreti. Ma per dirsi scrittori bisogna trovare il tempo per cucire o cucinare, e sapere che se non lo si fa la vita ha poco senso. Da un certo punto di vista oggi mi accorgo anche che essere felici e soddisfatti è un ostacolo alla scrittura: chi è contento della propria vita vive, mentre chi ha una piccola malinconia dentro, una tristezza che fa le capriole, beh forse decide di nominarla, di precisarla scrivendola.

Quali autori non possono mancare come riferimento ai corsi della scuola Carver?  

Noi citiamo un sacco di libri, un sacco di autori, leggiamo e commentiamo insieme in classe racconti brevi o stralci di romanzi, e invogliamo molto ad una lettura consapevole. Prediligiamo autori contemporanei, perché chi vuole scrivere deve sapere cosa si pubblica oggi, ma è ovvio che c’è spazio anche per molti grandi narratori del Novecento e dell’Ottocento.

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Il consiglio che dai a chi si avvicina alla scrittura?

Non ho consigli particolari, ognuno fa con la scrittura quello che crede, quello che vuole, c’è chi ha l’urgenza feroce di pubblicare e c’è chi invece scrive tutti i giorni solo perché non sa fare altro di altrettanto piacevole e magari si accontenta di farsi leggere dagli amici. Anche se è chiaro che nei nostri corsi parliamo molto di regole, precisando tuttavia che la scrittura in un certo senso è quello che uno decide di fare con le regole che ha imparato, il modo originale, unico, irripetibile che trova di romperle consapevolmente. Ecco, forse il consiglio è questo: imparate le regole di una scrittura consapevole, ma poi trovate un modo tutto vostro di romperle!

Il prossimo weekend si concluderà lo stage con Paolo Nori. Altri progetti da realizzare a breve?

La nostra scuola è una continua fucina di idee di condivisione letteraria, quindi siamo sempre attenti a variare l’offerta didattica, a proporre stage o approfondimenti o presentazioni con autori di rilievo nazionale. La scuola chiude a giugno ma noi, la nostra fabbrica delle idee, non chiudiamo mai e ci prepariamo per ottobre, mese dell’inizio del nuovo anno didattico, con un sacco di novità. Nuovi docenti, nuovi moduli, nuovi autori che verranno ospiti. A breve sarà on line il sito www.scuolacarver.it ed è già attiva la pagina fb Scuola Carver e il gruppo chiuso di condivisione di contenuti culturali “quelli della scrittura creativa@ScuolaCarver”. A tutti gli interessati dico solo di seguirci con attenzione o di scriverci alla mail scuolacarver@gmail.com per saperne di più.

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