International Fashion Showcase 2015

di Ilaria Miniussi 

La Fashion Week londinese è appena finita e come sempre ha portato aria di novità tra le passerelle e nei vari showroom. Ho avuto la fortuna di poter andare all’International Fashion Showcase a Soho, uno showroom temporaneo che ha ospitato le creazioni di 110 designers emergenti provenienti da 30 Paesi differenti, organizzato e patrocinato dal British Council e dal British Fashion Council (con il supporto di Bonaveri, On|Off, London College of Fashion e Fashion Scout), che da quattro edizioni si impegnano a promuovere la moda proveniente dai quattro angoli della Terra, mostrando che il talento è ovunque, che Londra è un ambiente affamato di novità, affamato di bellezza e di creatività.

Ogni Paese ha presentato un tema diverso che ogni fashion designer e curator designer hanno interpretato secondo la propria estetica, in un tripudio di stampe, colori e abbinamenti di materiali che creano volumi e pattern bellissimi oltre che un’atmosfera particolare ed essenziale che lasciava l’attenzione tutta focalizzata sugli abiti.

Durante la London Fashion Week sono stati selezionati un paese, un designer ed un curator che ha realizzato una delle esposizioni e sono stati premiati con un bellissimo trofeo realizzato da Fernando Jorge, jewellery designer Brasiliano. Trofeo che ogni anno viene commissionato dal British Council e dal British Fashion Council ad un designer emergente, proprio per sottolineare ulteriormente come Londra sia sempre dalla parte degli emergenti, promuovendone il talento in occasioni come questa.

Personalmente le creazioni che più mi hanno affascinata sono state quelle provenienti dalla Colombia e dalla Polonia, senza nulla togliere agli abiti variopinti della Tanzania, della Nigeria e del Sud Africa, ad esempio, a riprova che l’Africa manda sempre spunti così caldi, moderni, originali, un po’ selvaggi ed orgogliosi di mostrare la loro identità così indipendente.

La Colombia con il titolo “Framework” mi ha rapita per i suoi abbinamenti di tessuti e fibre, per come sono state tessute assieme creando pattern e volumi incredibili al limite dello scultoreo, che con la sua installazione creata con delle impalcature, mira ad esprimere come stia cavalcando l’onda della pace e del progresso.

La Polonia, invece, con “Warsaw Calling” mi ha conquistata per l’allure classico ma moderno, dai tagli originali dal tenue sapore Made in Italy (mi hanno ricordato Prada per dire), dalla palette neutra che però si abbina perfettamente alle stampe e ai vari intrecci in contrasto, dai volumi morbidi che hanno quel qualcosa di inaspettato che mi hanno fermata per dei minuti ad osservare i manichini affascinata.

Mi è dispiaciuto molto non vedere nessun designer emergente Italiano quest’anno, ed è un vero peccato visti i talenti che abbiamo: spero davvero di vederne alla prossima edizione 2016!

In ogni caso, questa ventata di creatività e moda internazionale mi ha inebriata, dopo mesi e mesi china sui miei progetti avevo proprio bisogno di vedere qualcosa di diverso e devo dire che è stata un’occasione per rinfrescare la mente. Si sa che per creare qualcosa di bello bisogna circondarsi di bellezza e a questo devo ringraziare il British Fashion Council per le numerose iniziative che organizza e promuove per portare alla luce la bellezza della moda. Soprattutto quella che sta dietro all’abito finito, quella che riguarda l’artigianalità, la ricerca, e l’innovazione allo stesso tempo.

 

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